Fondi Lega, la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso del Carroccio che dovrà pagare 49 milioni di euro in virtù della truffa sui rimborsi elettorali nel triennio 2008-2010.
Caso fondi della Lega, il partito di Salvini dovrà pagare allo Stato quarantanove milioni di euro. La conferma è arrivata anche dalla Corte di Cassazione che ha respinto il ricorso presentato dal Carroccio. A poche ore dalla lettura della sentenza, anche il Pg aveva chiesto che venisse confermata la condanna.
Fondi della Lega, la sentenza della Corte di Cassazione: confermata la condanna
La Suprema Corte ha confermato la sentenza del Tribunale del Riesame di Genova che lo scorso 5 settembre aveva condannato la Lega a risarcire lo Stato per la truffa sui rimborsi elettorali messa in atto dal 2008 al 2010, quando il partito era guidato da Umberto Bossi.
Il metodo di pagamento: la Lega dovrà pagare centomila euro ogni due mesi. Il pagamento dovrebbe essere estinto in ottant’anni circa
Respinto il ricorso, resta comunque valido l’accordo raggiunto con il Procuratore di Genova Francesco Cozzi sulla rateizzazione del pagamento. In termini pratici, il partito di Matteo Salvini dovrà versare nelle casse dello Stato centomila euro ogni due mesi. Questo significa che il debito della Lega sarà estinto in ottant’anni circa a meno che gli inquirenti (o il Partito) non trovino altri fondi che potranno essere sequestrati.
Fondi della Lega: l’accordo sulla rateizzazione del pagamento
L’accordo tra la Lega e la Procura era stato raggiunto nel mese di settembre e prevede che il Carroccio versi un minimo di seicentomila euro l’anno fino al raggiungimento della cifra totale dovuta allo Stato.
La storia dei fondi della Lega nel mirino dello Stato
Il caso del sequestro dei fondi della Lega si apre di fatto nel 2017 dopo la condanna per truffa ai danni dello Stato a Umberto Bossi da parte del Tribunale di Genova. L’ex numero uno del partito era stato giudicato responsabile insieme con Francesco Belsito di aver usato i rimborsi elettorali per far fronte a spese personali. I fatti risalgono al triennio che va dal 2008 al 2010.
Stando all’accusa, sembra che parte dei soldi sia stata utilizzata per comprare diamanti, ma questo è solo uno degli usi impropri dei fondi pubblici.
Nonostante la trasformazione della Lega Nord in Lega e nonostante l’uscita di scena di Umberto Bossi, il Tribunale di Genova aveva dato mandato per il sequestro di quarantanove milioni di euro circa ai danni del partito. Un sequestro preventivo della somma contestata e utilizzata in maniera illecita. Nelle casse del partito però sarebbero stati rinvenuti appena due milioni di euro. Da qui la decisione della Procura, contestata dalla Lega, di procedere al sequestro delle cifre a disposizione anche dopo il provvedimento di sequestro. Il Tribunale del Riesame aveva respinto il provvedimento.
I pm di Genova hanno presentato ricorso alla Corte di Cassazione che ha annullato la sentenza del Riesame dando il via libera al sequestro.